- Cristian Lucenti
Ecco l'Incomunicabilità
Abstract:
Una condizione necessaria per gli esseri umani affinché vivano, è quella di rapportarsi con altre persone. Infatti, come scrisse il filosofo Aristotele, l’uomo è un animale sociale; quindi, deve per forza creare dei legami con altre persone. Affinché questo avvenga, l’uomo deve comunicare, con ciò che lo distingue dagli altri animali, ossia il poter parlare. Quando l’uomo si trova impossibilitato a parlare, quindi a comunicare con altre persone, può ricorrere ai gesti, che infatti è ciò che facevano i nostri antenati, prima che fosse “inventato” il linguaggio. Ma questo non basta, è per questo in breve tempo, l’uomo che è impossibilitato a comunicare potrebbe manifestare un forte disagio e una forte angoscia. Un po' come quando si fa un sogno dove sentiamo il bisogno di urlare, ma non riusciamo a farlo, e quindi proviamo un forte senso di paura e angoscia emotiva. Chiaramente ci sono due tipi di incomunicabilità. Il primo è quello che ho scritto qui sopra, il secondo invece è l'incomunicabilità emotiva. Ossia il non riuscire a esprimere ciò che si pensa o prova davvero. È per questo si viene fraintesi o non capiti dalle persone.
Incomunicabilità politica:
Incomunicabilità politica, è quel tipo di incomunicabilità che impedisce alla politica e alle istituzioni pubbliche di garantire il corretto funzionamento del rapporto tra cittadini e lo stato. Infatti, negli ultimi anni, si vede una mancanza di comunicazione da parte dei politici, soprattutto quelli italiani, che ha causato quella mancanza di fiducia da parte dei cittadini nei confronti dello stato, che poi si traduce in una sfiducia della democrazia. Non è un caso che da anni si denuncia nel mondo occidentale la perdita di fiducia delle persone nella democrazia, e si sa bene cosa comporta questo. Nella storia ogni volta che il governo viene visto male dal suo popolo, si cerca sempre la solita (falsa) soluzione, quella dell’uomo forte. Un uomo che sia capace con le sue sole forze di risolvere e migliorare la situazione politica. Il mondo occidentale risente troppo di questa grave crisi, però questo non sembra interessare a coloro che governano. Questa sfiducia è dovuta per molte cause, come le crisi economiche, le disuguaglianze sociali sempre più forti, ma secondo me tutta questa sfiducia è dovuta ad una politica che, come viene sempre più detto, non riesce a comunicare bene con i suoi cittadini. Ormai tutto viene ridotto a slogan e promesse false fatte agli elettori solo per accaparrare più voti possibili. Nell'era dei social dove ormai la politica si fa nelle piazze digitali, non c’è più il rispetto per l’avversario politico. Sui social si ha il diritto di insultare e denigrare l’avversario, invece di affrontarlo con proposte serie e idee chiare. Ma chiaramente dare la colpa ai social è una cosa stupida e senza senso, visto che il social è solo uno strumento virtuale, che molte volte viene usato male dalle persone. Poi non bisogna dimenticare le fake news, usate dai politici per propaganda elettorale, che alimenta ancora di più il senso di sfiducia del cittadino che non si informa e non verifica le informazioni. Questa incomunicabilità tra stato e cittadini deve essere risolta al più presto, perché qui c’è in gioco il nostro futuro e anche il futuro della democrazia.
Incomunicabilità sociale:
Quante volte capita che una persona provi a comunicare una propria idea, pensiero o emozione, ma non ci riesce per vari motivi privati? Nelle società del dopo guerra viene riconosciuta la libertà di parola, come diritto inalienabile dell’uomo; infatti, la costituzione italiana sancisce:
“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”.
Nella società di oggi quindi tutti si ha il diritto di dire la propria su qualsiasi tema, ma comunque una persona non comunica sempre ciò che pensa, perché quella persona nel suo inconscio ha paura della critica sociale delle altre persone; perciò, si uniforma ad un pensiero standard-acritico, scegliendo di dire ciò che pensa la società e non ciò che pensa lui. Ti devi adattare a ciò che si dice, come una moda, ed infatti la società dei consumi vuole obbligare le persone a essere del tutto uguali, nei comportamenti e nei pensieri, affinché non ci sia qualcuno che possa mettere in discussione il sistema e lo stile di vita consumistico. Ma non è solo questa dittatura di un pensiero unico, ma c’è anche un altro problema; Al giorno d’oggi una persona non si sofferma abbastanza su ciò che pensa, perché è abituato a un mondo dove la parola d’ordine è velocità. Le nuove tecnologie impongono all’umanità di essere sempre di corsa in qualsiasi cosa, quindi anche il pensiero. Si vede che ormai sempre meno persone si soffermano a ragionare e prendere del tempo per delle riflessioni personali, e anche questo genera un'incomunicabilità con gli altri interlocutori, perché colui che parla non riesce a comprendere ciò che lui stesso dice, non essendosi interrogato a sufficienza. Socrate, uno dei più grandi filosofi antichi, capì che uno dei mali della società sofistica del suo tempo era che le persone non si interrogavano su sé stessi; infatti, disse che “Per trovare te stesso, pensa a te stesso”.
Incomunicabilità artistica:
Un artista, in ogni epoca, ha sempre cercato di creare un'opera che potesse esprimere un pensiero, senza l’ausilio della parola. Infatti, è per questo che l’arte è sempre stata apprezzata, perché ha quel potere mistico e magico di lasciarti il “θαυμα” dentro di te. Ma un artista, come un poeta e uno scrittore, a volte ha quell'angoscia interiore che lo spaventa, che non lo fa dormire la notte e sui cui rivolge ogni pensiero, il non essere compreso dalle persone, venir deriso alle spalle dagli altri. Questo è il peggior tormento di un artista, lasciare un messaggio che però non viene recepito, e quindi ogni forma di comunicazione con il pubblico viene spezzata. E il caso di Vincent van Gogh, che era disprezzato da tutti, per il suo nuovo modo di fare arte, perché il nuovo viene visto sempre male dalle generazioni precedenti, e perciò in vita non ebbe quel riconoscimento, che poi avrà dopo la sua morte. In epoca contemporanea l’arte ha smarrito un po' il suo compito di trasmettere un messaggio, ma non perché l’arte contemporanea faccia schifo, come si dice in giro, ma per come la vedo io, l’arte di oggi ha perso delle caratteristiche importanti che hanno sempre accompagnato un'opera d’arte, come ad esempio essere compresa e fruita da chiunque.