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  • Immagine del redattoreRenato Marano

2° Comandamento - O Come l'Uomo Divenne Dio e la Libertà Divenne Uomo

Aggiornamento: 8 mag

“Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio”
“Non farti scultura, né alcuna immagine delle cose che sono lassù nei cieli o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra non ti prostrare davanti a tali cose e non le servire, perché io, l'Eterno, il tuo Dio, sono un Dio geloso che punisco l'iniquità dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta generazione di quelli che mi odiano e uso bontà, fino alla millesima generazione, verso quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti.”

“Il libero pensiero è l’istigatore del libero popolo. L’unica retta via è assicurata da Lui…” Così diceva la legge prima, la più importante di tutte le altre. Ma “Lui” mai era chiamato con nomi; neppure nelle altre leggi, né in altre occasioni.

V’erano tre corpi di leggi a quel tempo in quel paese, tre copri ciascuno formato da dieci leggi[1]. Il primo era quello che tutti avrebbero potuto ripetere a memoria se glielo si fosse chiesto: te lo insegnavano appena imparavi a leggere; non aspettavano neppure che tu imparassi a scrivere, d’altronde per leggere non serve saper scrivere. Non erano lunghe né complesse, erano semplice, concise. Le prime tre erano le uniche importanti, le uniche in cui si nominava “Lui”, che a tutti poteva dare importanza solo con la sua presenza.


1. “Il pensiero è l’istigatore del libero popolo. L’unica retta via è assicurata da Lui, saggio, protettore del popolo da Lui liberato”

2. “La parola è l’oppio del popolo che, fanciullo com’esso non può che essere, facilmente si infiamma al grido dei nemici della Sacra Libertà. Lui solo conosce la verità, Lui è la verità. Rimanete fedeli alla Sua parola e conoscerete la verità e la verità vi farà liberi.”

3. “Lui è apostolo della Libertà e unica via per la Pace. Lodate, liberi servi dell’apostolo della Libertà, lodate il Suo nome, sia benedetto il Suo nome ora e sempre.[2]


E poi v’era l’Inno, l’Inno alla Libertà, la cosa più importante di tutte; ma nemmeno lì v’era il Suo nome, ma solo quella mistica sillaba, “Lui”:


“Canto a Lui,

Perché si è mostrato grande:

Cavallo e cavaliere

Ha gettato in mare

Mia forza e mio canto è Lui:

E’ stato la mia Salvezza,

Questo è il mio Salvatore.

Io voglio onorare

La Libertà di mio Padre

La voglio esaltare

Lui è un apostolo di Pace

E si chiama Libertà.”[3]


E il nome Suo nessuno lo sapeva. Ma non v’era bisogno di saperlo, perché Lui parlava, ma non si parlava a Lui. D’altronde la Libertà ci parla, ma nessuno parla alla Libertà.

Raccontano che quando v’era ancora la rivoluzione e quando v’era ancora l’inutile sangue del popolo sparso in onore dalla Libertà e della Pace ci fu una ragazza che rimase sola nel campo. Non trovava i genitori, «Sembravano tutti uguali», diceva; e aveva ragione: in una guerra tutti sono uguali, faccia nel fango e sangue fra le dita. Lei lo vide e fu una delle poche a vederlo. Fu un miraggio e come miraggio Lui si presentò. I miraggi non parlano e neppure Lui infatti parlò; giacché la Libertà parla solo quando è necessario che si parli.

«Come Ti chiami?» Chiese la “Ragazza che Lo vide”.

«Io sono colui che sono.[4]» Rispose la Libertà: «Io-sono ti ha donato la Libertà, perché Io-sono è Buono e Magnanimo.» Fu così che la “Ragazza che lo vide”, la bambina con i genitori con la faccia nel fango, capì che la Libertà non aveva nome.

A scuola da piccolo v’era un’immagine, un enorme quadro che riempiva un intero muro. La prima cosa che t’insegnavano a scuola era cosa voleva dire quel quadro: era tutto bianco, un bianco più bianco della neve quando il sole più luminoso vi scaglia i suoi raggi senza pietà sopra e acceca colui che la guarda. Non v’erano scritte alcune o simboli di alcun tipo; solo una cosa c’era che non era bianca, una mano, una mano aperta che tendeva verso di noi, come in segno d’aiuto. Era una mano grossa come quella di un padrone del mondo, aveva il palmo rivolto verso l’alto e sopra di esso vi cresceva la più bella pianta che si possa immaginare, sul dorso, invece, v’era un piccolo arbusto secco e contorto, come malato. E poi niente altro. Solo questo. Ed era su tutta la grande parete alto e alto ancora tanto che mio padre, al tempo molto più alto di me, doveva alzare la testa per vederne la fine.

La prima cosa che ti spiegavano a scuola era quel quadro:

«Questo è Lui, questa è la Libertà.» Dicevano indicando il quadro. «Sapete perché è bianco tutto quanto? Perché Lui è luce e null’altro se non la luce più bianca che l’umano occhio possa vedere. E sapete perché non si vede nulla di Lui se non il bianco? Perché la Sua luce è così forte che nulla può vedere oltre di essa. Ma la Libertà non bisogna vederla, bisogna solo avere Fede in essa. Voi avete Fede nella Libertà?» Ci chiedevano infine, e noi:

«Sì, noi abbiamo Fede.» Allora loro continuavano:

«E sapete perché si vede solo la Sua mano? Perché lui, al tempo del sangue, ci porse la Sua mano per donarci la Libertà.» E poi ancora: «E sapete perché v’è la più bella pianta esistente che cresce dalla sua mano e la più orribile che cresce sotto di essa? Perché lui ci ha donato la Pace, la Libertà, la Fede e il Benessere con la sua mano e tutto ciò che Lui può lo rende bello sopra ogni altra cosa che l’uomo potrà mai immaginare. Ma chi invece rifiuta la Sua mano, chi non ha Fede in Lui, chi lo Inganna e gli Disubbidisce non può fare altro che divenire al pari dell’orrido fango dove si è versato il fango e il sangue, dove nulla cresce se non l’infimo e l’orribile; giacché chi rinnega Lui rinnega la Libertà e la Felicità e il Benessere e nessuno che rinneghi tali cose merita la Vita.»

Noi entravamo tutti i giorni in classe e lo osservavamo mentre la maestra aspettava fuori, poi lei entrava e recitavamo la Formula di Consapevolezza. La maestra indicava il quadro e diceva:

«Cos’è questa?»

«E’ la Sua luce.» Rispondevamo.

«E perché non si vede Lui?» Continuava la maestra.

«Perché Lui è luce e nessun uomo può vedere oltre la Sua luce.»

«E cos’è questa mano?»

«E’ la Sua mano.»

«E perché c’è la Sua mano?»

«Perché Lui tese la mano a noi e noi l’accettammo. Lui allora ci diede la Pace, la Libertà, la Fede e il Benessere.» Recitavamo ancora all’unisono.

«E perché v’è una meravigliosa pianta sopra e un orrido arbusto sotto?»

«Perché Lui con la sua mano tutto ciò che può lo rende bello sopra ogni altra cosa che l’uomo potrà mai immaginare. Ma chi invece rifiuta la Sua mano non può fare altro che divenire al pari dell’orrido fango; giacché chi rinnega Lui rinnega la Libertà e la Felicità e il Benessere.»

«E di cosa è degno costui?»

«Di niente, neppure della Vita.»

«Voi in chi avete Fede?» Chiedeva infine la maestra.

«Noi non predichiamo noi stessi, ma la Libertà; siamo i vostri servitori per amore di Lui. E Lui che disse: “Rifulga l’orrido e il sangue dalla luce del nostro Popolo”, rifulse nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza della gloria della Libertà e della Pace che rifulge sul volto di Lui. Però noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta, perché appaia che questa potenza straordinaria viene dalla Libertà, dalla Pace e dunque da Lui e non da noi.[5] » E dopo, e solo dopo iniziava la lezione. Non lo saltammo mai.

Mi ricordo anche di quando una sola volta apparì sulla balconata. Non Lo vedeva nessuno da così lontano, era solo una minuscola e indistinta macchiolina nera. Ci fosse stato un uomo quella macchiolina sarebbe stata solo una macchia, insignificante. Tuttavia quel giorno lì non v’era un puerile uomo, fatto di carne come tutti noi che parliamo e speculiamo sul mondo; no, quel giorno lì vera la Libertà, la Pace, il Benessere. E lì non vera una macchia, ma v’era un punto. E in quel punto convergevano tutte quelle cose belle che sono solo perché Lui le ha donate a noi vincendo la rivoluzione e creando la Pace.

Lui stava lì e parlava, e se avesse fatto il segno, mi sarei inchinato a Lui e sarei stato così tanto felice di farlo perché come si può non essere felici di inchinarsi alla Libertà?

«Io ho creato la Pace. Io ho creato questo Popolo, perché esso potesse vivere come gli si addice. Ma un Popolo non è un Popolo se al suo comando non v’è una mano salda. Un Popolo non è un Popolo se al suo comando non v’è un Uomo che sappia distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato. Il Popolo deve avere la Libertà, perché la Libertà esiste in quanto esiste il Popolo! La Libertà esiste perché qualcuno ne possa godere; esiste, però, anche perché vi sia qualcuno che sappia cingerla, che sappia governarla, che sappia farla ubbidire al bene. Il Popolo libero è libero solo se v’è qualcuno al suo Comando. Il Popolo è libero solo se v’è qualcuno che sappia controllarlo. Il Controllo è Libertà. E sapete, miei Fedeli, perché il Controllo è Libertà? Perché senza Controllo non v’è Libertà, ma anarchia! E sapete cos’è l’anarchia? E’ la morte dell’Ordine, la morte della Civiltà, la morte del Rigore, la morte delle Leggi, del Potere, della Giustizia, del Popolo stesso! L’anarchia è caos e il caos e un diavolo che fa bruciare la Libertà come i dannati bruciano nell’Inferno!

Io, miei Fedelissimi, ho creato il Popolo e ho creato la Nazione perché essa possa essere comandata! E se una Nazione può essere comandata, può essere Libera, può avere la Libertà in quanto la Libertà viene con l’ordine, viene con la Giustizia, con il Controllo, con il Rigore. La Libertà è Controllo e il Controllo è Libertà.

Ripetete con me: Libertà è Controllo e Controllo è Libertà!» Disse Lui e noi ripetemmo tutti in coro:

«Libertà è Controllo e Controllo è Libertà!»

«Libertà è Controllo e Controllo è Libertà!» Gridò Lui ancora più forte e noi ancora più forte ripetemmo tutti in coro:

«Libertà è Controllo e Controllo è Libertà!»

«Miei Fedelissimi, Io vi controllo e vi comando e così voi potrete essere liberi. Io vi dono la Libertà! Il Popolo non detiene e non è possibile che detenga la Libertà[6], giacché esso può fallire e nel fallimento può schiacciare se stesso. Ma la Libertà non può schiacciare il Popolo perché essa non fallisce! Io sono la Libertà e Io dono a voi la Libertà che voi da soli non potreste procurare a voi medesimi. Chiedete dunque ciò che voi volete chiedere.» Concluse.

«Padrone grande e misericordioso, allontana ogni ostacolo nel nostro cammino verso di Te, verso la Libertà, perché possiamo dedicarci liberamente al Tuo servizio[7]» Dicemmo noi all’unisono. Tutto il Popolo si era preparato la domanda, tutto il Popolo aveva incaricato il più Maestoso di noi per fare a Lui la nostra domanda.

«Il Mio sommo Dovere è di donare a voi la Libertà. Il Mio sommo dovere è di donare a voi il Controllo. Il Mio sommo dovere è quello di controllarvi e il vostro di prostrarvi al Mio controllo. Ma io, Miei Fedelissimi, non vi chiamo “servi”, come farebbe un tiranno, ma “amici”[8] come farebbe un Genitore; giacché Io questo sono: un Padre amorevole che si cura dei propri Figli.» Disse infine.

Nulla lo rappresenta giacché nulla può rappresentare Lui, nulla può rappresentare la Libertà. Così capii che nulla può essere più Alto di Lui, che nulla può essere più Divino di quell’Uomo. E dunque che nessuno lo rappresenti! Giacché l’uomo è fallimentare e nel dipingere il Divino lo sfigurerebbe…


Note

[1] Tre come la Santa Trinità e dieci come il Decalogo [2] La Sacra Bibbia, Giovanni 8:31-32, [la versione originale recita: “Gesù allora disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: «Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi».”] [3] La Sacra Bibbia, Esodo, 15:1 [la versione originale recita: “Canto al Signore/Perché si è mostrato grande:/Cavallo e Cavaliere/Ha gettato in mare/Mia forza e mio canto è il Signore:/E’ stato la mia salvezza./Questo è il mio Dio/Lo voglio onorare;/Il Dio di mio padre,/Lo voglio esaltare./Il Signore è un guerriero,/Si chiama Signore”] [4] La Sacra Bibbia, Esodo: 3:14, [la versione originale recita: “Dio disse a Mosè «Io sono colui che sono». E aggiunse «Così dirai a figli d’Israele: “Io-sono mi ha inviato da voi»”] [5] La Sacra Bibbia, 2 Corinzi, 4:5-7, [la versione originale recita: Noi infatti non predichiamo noi stessi, ma Cristo Gesù Signore; quanto a noi, siamo i vostri servitori per amore di Gesù. E Dio che disse: Rifulga la luce dalle tenebre, rifulse nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza della gloria divina che rifulge sul volto di Cristo.Però noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta, perché appaia che questa potenza straordinaria viene da Dio e non da noi.] [6]La libertà dell'uomo è finita e fallibile. Di fatto, l'uomo ha sbagliato. Liberamente ha peccato. Rifiutando il disegno d'amore di Dio, si è ingannato da sé; è divenuto schiavo del peccato.”, Catechismo della Chiesa Cattolica, Parte Terza: La Vita in Cristo, Sezione Prima: La Vocazione dell’Uomo: La Vita nello Spirito, Capitolo Primo: La Dignità della Persona Umana, Articolo Tre: La Libertà dell’Uomo, I: Libertà e Responsabilità [7] Domenica XXXII del Tempo Ordinario, Colletta: Messale Romano (Libreria Editrice Vaticana 1993) p. 278., cit. in Catechismo della Chiesa Cattolica, Parte Terza: La Vita in Cristo, Sezione Prima: La Vocazione dell’Uomo: La Vita nello Spirito, Capitolo Primo: La Dignità della Persona Umana, Articolo Tre: La Libertà dell’Uomo, II: La Libertà Umana nell’Economia della Salvezza [8] La Sacra Bibbia, Giovanni 15:15 [la versione originale recita: “Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi.”]

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