top of page
  • Immagine del redattoreRenato Marano

1° Comandamento - O Come l'Uomo Divenne Cane

Aggiornamento: 25 apr


“Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla condizione di schiavitù: non avrai altri dei di fronte a me.”

“Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo.”

C’era una volta un Uomo. L’Uomo Unico che tutto possedeva. Tutte le qualità e tutte le grandi bellezze del mondo portava in Sé.

La Sua vita era la vita della solitudine. Non Gli era richiesta la compagnia, giacché gli altri uomini erano inesistenti, morti sia nel corpo che nell’essenza erano nel nulla totale; e quelli che esistevano tutti erano contenuti in lui. Il mondo brillava solo della luce che Lui, l’Uomo, gli donava.

E dunque la vita Sua era la vita della solitudine. Tuttavia l’Uomo sentì che la sua luce dovesse illuminare qualcosa di altro al di fuori di lui[1]. La sua esistenza era completa eppure, in questa completezza fu incompleta. L’Uomo era l’unico che era, in lui risplendeva la pienezza di tutta la bontà e di tutte le bellezze del mondo. E dunque alla domanda «Chi sei Tu?», l’Uomo avrebbe risposto solo: "Io Sono"[2]. E in queste due parole l’Uomo avrebbe detto tutto ciò che Lui avrebbe potuto dire. Ma Lui sentì che in questa sua completezza d’essere, lui stesso dovesse, per essere completo, e per manifestare la Sua luce su qualcosa che fosse degno d’essere illuminato, originare un animale.

Decise dunque, nella Sua grande bontà, di illuminare con la Propria luce il cane che vagava per i campi come essere senza alcuna appartenenza. E disse: «Io sono il tuo Padrone[3]». Come l’Uomo disse al cane, il cane guardò l’Uomo e disse a Lui: «E chi sei Tu?».

«Io ti ho fatto uscire dalla tua selva[4]. Io ti ho elevato, da misera bestia a bestia dell’Uomo.»

«Io nella selva correvo e giocavo. Che bisogno v’era di portarmi via dalla mia casa di natura? Che bisogno v’era d’originarmi?» Rispose allora il cane.

«Io t’ho originato perché tu non fossi più un cane ma il cane, il cane dell’Uomo[5]. Io t’ho originato perché tu potessi brillare della luce di cui le piante brillano da anni, della luce che da Me si origina e tutto illumina. Io t’ho originato per salvarti dalla selva in cui ti crogiolavi al pari delle altre bestie, di quell’inesistenza in cui girovagavi e in cui giocavi come infante incosciente. Io t’ho originato per far sì che tu fossi l’animale dell’Uomo, l’animale del Padrone tuo.»

«Ed io, non posso rifiutare forse la tua luce? Non posso forse perdurare come cane senza Padrone? Non posso forse continuare il mio gioco nella mia selva?»

«E perché, cane, dovresti rifiutare un Mio regalo? Guarda questa luce come risplende, come brilla e come con essa brillano tutte le cose che essa bagna, come brilla tutta l'esistenza. Guarda il fiore - disse e così dicendo colse una rosa più bianca della neve stessa - osserva, osserva Mio cane, osserva come la Mia luce lo fa risplendere. Non è forse simbolo di perfezione assoluta questa rosa? E non è forse simbolo di pienezza il fiore che rispecchia la totale luce dell'Uomo? Tu sei un cane che non conosce la luce, che, giocando nella selva per secoli e secoli ancora, ha perso la capacità di accoglierla. Ma guarda ora, cane: l'Uomo è giunto da te per donartela. Non è forse più bello un cane che vive alla luce? Non è forse da invidiare quel cane che riceve carezze dall'Uomo su di un pelo illuminato dalla Sua luce?[6]

Cane; che fiera infima e svergognata saresti se tu rifiutassi questa offerta? Che infimo essere saresti se potendo seguire quei percorsi che la Mia luce illumina preferissi giocare nella selva insieme agli insetti e camminando ora nel fango, ora nello sterco, ora nel buio?»

«Uomo, Tu dici che sarei un'infima fiera, al pari degli insetti, se io non seguissi la luce Tua, se io non accettassi le Tue magnanime carezze, se io preferissi vivere nel buio ove il fango e lo sterco brillano al pari dell'oro e dell'argento, piuttosto che amar Te e amare la luce che Tu fai cadere su di me.

Ma se così facessi, non sarei io forse non più cane, bensì cane dell'Uomo? La mia esistenza non sarebbe forse spogliata della sua libertà, nel momento in cui essa sarebbe, non più per sé sola, bensì solo perché Tu, Uomo, hai voluto che fosse? Non sarei forse libero non più per me e in misura da me decisa, ma per Te e solo nella misura che Tu giudicheresti essere più opportuna? Se io percorressi le strade da Te illuminate solo in quanto Tu con la tua luce mi diresti: "Percorri quella!", non smetterei forse di giudicare da me? Non mi sarebbe forse privata la libertà di valutare il bene come il male, il bello come il brutto, il male come il bene e il brutto come il bello, se Tu già mi diresti se una cosa è bene o male, bella o brutta? Non sarei forse meno in grado di poter sbagliare se Tu mi dessi già tutte le risposte? E la mia vita non cesserebbe d'essere per me e diventerebbe forse una vita per Te? Non sarebbe forse prigionia l'appartenenza a Te? Non è forse una catena, seppur di luce, quella che mi proponi?»

«Ma servire l'Uomo non è forse il massimo grado di libertà che un cane, essendo cane e non Uomo, può avere? Io t'insegno a distinguere il bene dal male cosicché tu non solo non possa più sbagliare, ma tu non voglia più sbagliare, perché saprai cos'è il male. Io ti dico di seguire una via non perché tu così la segua, ma perché tu così sia cosciente che se tu non la seguissi accoglieresti il male. Io sono Uomo e tu Cane, Io ti ho originato, ti ho elevato da insetto a cane, non merito forse la tua gratitudine? Non trovi forse giusto servire Colui che ti ha originato?»

«Perché dovrei trovarlo giusto? Perché Tu mi hai levato dalla selva? Non potevo essere felice nella mia selva?»

«Basta!» Gridò l'Uomo facendo tremare persino la delicatezza della bianca rosa con la sua voce soverchia.

«Io sono il Padrone tuo. - continuò - Tu amerai il Padrone tuo, unico Uomo[7], e Lo servirai[8], giacché così l'Uomo ha deciso! Tu temerai la mano del Signore tuo, e temerai la Sua bocca[9], perché Egli è onnipotente e la Sua legge è giusta. Tu seguirai la Sua legge e rispetterai il Suo verbo[10]! Giacché lui è Uomo, e tu sei cane. Cane del Padrone tuo e tutto di te da ora appartiene a lui.»

«Io sono dunque cosa?» Chiese quindi il cane. Aveva chinato il muso e le orecchie, come se fosse stato appena picchiato con un bastone da quella voce.

«Tu sei il Mio cane, creazione Mia e appartieni a Me. Io ti ho fatto uscire dalla selva, dalla condizione di inesistenza: non avrai altro Padrone d’innanzi a me.[11]» Concluse a gran voce l’Uomo e così concludendo con la stessa forza che immise nella voce al pronunciare di queste parole la mise nella mano che afferrò il cane. I latrati del cane non lo resero più compassionevole, né vi riuscirono con l’aumentare dello struggimento della bestia.

«Il padrone di me, sono solo me stesso!» Gridò allora il cane e così facendo morse la mano al Padrone.

«Il Padrone del cane è uno solo: e sono Io[12]. Non adorerai e non servirai altro Uomo al di fuori di Me[13]; perché io sono un Uomo geloso che punisce la colpa del cane e non esita a farlo, per coloro che non mi servono[14]. Il padrone, d’altronde, deve bastonar la pecora che disturba il gregge per mantenere l’ordine; il bastone del pastore non è ornamento o ausilio al cammino, esso è lo strumento con cui il padrone tiene la pace nel gregge. Allo stesso modo è la Mia mano, non soltanto fonte di luce per le rose che abitano il mondo, ma anche catena che sa come tenere a sé ciò che è proprio!»

«E la mia libertà?» Continuò a ribellarsi il cane.

«La tua libertà è la libertà del servo. Puoi scegliere di non servire il Signore tuo, ma così scegliendo attirerai su di te la Sua ira.»

«E questa la chiami libertà, Padrone?»

«Questa è la libertà che i cani hanno: quella di servi!» E concludendo così il cane s’ammutolì.

Fu così che l’Uomo scolpì la prima legge che tutti i cani debbono rispettare: Io sono il Signore tuo Padrone, non avrai altri Padroni innanzi a me.[15] E difatti i cani hanno un solo padrone, sempre un solo padrone…


Note

[1]La Sacra Bibbia, 1 Cor 15:28 [la versione originale recita: "Quando ogni cosa gli sarà sottoposta, allora anche il Figlio stesso sarà sottoposto a colui che gli ha sottoposto ogni cosa, affinché Dio sia tutto in tutti"], La spiegazione del vaticano riguardo il suddetto passo è la seguente: “Il mondo è stato creato per la gloria di Dio, che ha voluto manifestare e comunicare la sua bontà, verità e bellezza. Il fine ultimo della creazione è che Dio, in Cristo, possa essere «tutto in tutti» (1 Cor 15,28), per la sua gloria e per la nostra felicità”, Catechismo della Chiesa Cattolica, Compendio, Capitolo Uno: Io credo in Dio Padre – I Simboli della Fede, Io Credo in Dio Padre Onnipotente Creatore della Terra, 53, Perché è stato creato il mondo?, https://www.vatican.va/archive/compendium_ccc/documents/archive_2005_compendium-ccc_it.html#«IO%20CREDO»%20-%C2%A0«NOI%20CREDIAMO» [2] La Sacra Bibbia, Esodo: 3:14, [la versione originale recita: “Dio disse a Mosè «Io sono colui che sono». E aggiunse «Così dirai a figli d’Israele: “Io-sono mi ha inviato da voi»”] [3] La Sacra Bibbia, Esodo 20:2 [la versione originale recita: “Io sono il Signore, tuo Dio”] [4] La Sacra Bibbia, Esodo 20:2 [la versione originale recita: “che ti ho fatto uscire dal paese d’Egitto”] [5]Dio ha creato tutto per l'uomo, ma l'uomo è stato creato per servire e amare Dio e per offrirgli tutta la creazione”, Catechismo della Chiesa Cattolica, Parte Prima: Professione della Fede, Sezione Seconda: La professione della Fede Cristiana, Capitolo Primo: Io credo in Dio Padre, Articolo Primo: Io Credo in Dio Padre Onnipotente Creatore della Terra, Paragrafo Sei: L’uomo, I: A immagine di Dio, 358, https://www.vatican.va/archive/catechism_it/p1s2c1p6_it.htm [6]L'uomo è il vertice della creazione visibile, in quanto è creato a immagine e somiglianza di Dio.”, Catechismo della Chiesa Cattolica, Compendio, Capitolo Uno: Io credo in Dio Padre – I Simboli della Fede, Il Cielo e la Terra, 63, Qual è il posto dell’uomo nella creazione?,https://www.vatican.va/archive/compendium_ccc/documents/archive_2005_compendium-ccc_it.html#«IO%20CREDO»%20-%C2%A0«NOI%20CREDIAMO» [7] La Sacra Bibbia, Esodo 20:3 [la versione originale recita: “Non avrai altri dèi davanti a me”] [8]Adorerai il Signore Dio tuo e lo servirai”, Catechismo della Chiesa Cattolica, Parte Terza: La Vita in Cristo, Sezione Seconda: I Dieci Comandamenti, Capitolo Primo: Amerai il Signore tuo Dio con Tutto il Tuo Cuore, Tutta la Tua Anima e con tutta la Tua Mente, Articolo Uno: Il Primo Comandamento, I: Adorerai il Signore Dio tuo e lo servirai, https://www.vatican.va/archive/catechism_it/p3s2c1a1_it.htm [9] La Sacra Bibbia, Deuteronomio 6:13, [la versione originale recita: “Temerai il Signore Dio tuo, lo servirai e giurerai per il suo nome] [10] La Sacra Bibbia, Deuteronomio 6:2 [la versione originale recita: Temerai il Signore Dio tuo, lo servirai e giurerai per il suo nome”] [11] La Sacra Bibbia, Esodo, 20:2-3 [la versione originale recita: “Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla condizione di schiavitù: non avrai altri dei di fronte a me.”] [12] La Sacra Bibbia, Deuteronomio 6:4 [la versione originale recita: il Signore è uno solo”] [13] La Sacra Bibbia, Esodo, 20:2-3 [la versione originale recita: “Non avrai altri dei di fronte a me.”] [14] La Sacra Bibbia, Esodo 20:5 [la versione originale recita: Perché io, il Signore, sono il tuo Dio, un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano”] [15]La Sacra Bibbia, Esodo, 20:2-3 [la versione originale recita: “Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla condizione di schiavitù: non avrai altri dei di fronte a me.”]

bottom of page